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SAUL
Atto I - Scena I


DAVID
Qui freno al corso, a cui tua man mi ha spinto,
Onnipossente Iddio, tu vuoi ch'io ponga?
Io qui starò. — Di Gelboè son questi
I monti, or campo ad Israel, che a fronte
Sta dell'empia Filiste. Ah! potessi oggi
Morte aver qui dall'inimico brando!
Ma, da Saùl deggio aspettarla. Ahi crudo
Sconoscente Saùl! che il campion tuo
Vai perseguendo per caverne e balze,
Senza mai dargli tregua. E David pure
Era già un dì il tuo scudo; in me riposto
Ogni fidanza avevi; ad onor sommo
Tu m'innalzavi; alla tua figlia scelto
Io da te sposo.... Ma, ben cento e cento
Nemiche teste, per maligna dote,
Tu mi chiedevi: e doppia messe appunto
Io ten recava.... Ma Saúl, ben veggio,
Non è in se stesso, or da gran tempo: in preda
Iddio lo lascia a un empio spirto: oh cielo!
Miseri noi! che siam, se Iddio ci lascia? —
Notte, su, tosto, all'almo Sole il campo
Cedi; ch'ei sorger testimon debb'oggi
Di generosa impresa. Andrai famoso
Tu, Gelboè, fra le più tarde etadi,
Che diran: David qui se stesso dava



       


Al fier Saulle. — Esci, Israél, dai queti
Tuoi padiglioni; escine, o re: v'invito
Oggi a veder, s'io di campal giornata
So l'arti ancora. Esci, Filiste iniqua;
Esci, e vedrai, se ancor mio brando uccida.
Scena II

GIONATA
Oh! qual voce mi suona? odo una voce,
Cui del mio cor nota è la via.

DAVID
Chi viene?...
Deh, raggiornasse! Io non vorría mostrarmi
Qual fuggitivo....

GIONATA
Olà. Chi sei? che fai
Dintorno al regio padiglion? favella.

DAVID
Gionata parmi.... Ardir. — Figlio di guerra,
Viva Israel, son'io. Me ben conosce
Il Filisteo.

GIONATA
Che ascolto! Ah! David solo
Così risponder può.


DAVID
Gionata....

GIONATA
Oh cielo!
David,... fratello....

DAVID
Oh gioja!... A te....

GIONATA
Fia vero?
Tu in Gelboè? Del padre mio non temi?
Io per te tremo; oimè!...

DAVID
Che vuoi? La morte
In battaglia, da presso, mille volte
Vidi, e affrontai: davanti all'ira ingiusta
Del tuo padre gran tempo fuggii poscia:
Ma il temer solo è morte vera al prode.
Or, più non temo io, no: sta in gran periglio
Col suo popolo il re: fia David quegli,
Che in securtade stia frattanto in selve?
Ch'io prenda cura del mio viver, mentre
Sopra voi sta degli infedeli il brando?
A morir vengo; ma fra l'armi, in campo,
Per la patria, da forte; e per l'ingrato
Stesso Saùl, che la mia morte or grida.



Vittorio Alfieri      -       Tragedia: SAUL
Scena II




GIONATA
Oh di David virtù! D'Iddio lo eletto
Tu certo sei. Dio, che t'inspira al core
Sì sovrumani sensi, al venir scorta
Dietti un angiol del cielo. — Eppur, deh! come
Or presentarti al re? Fra le nemiche
Squadre ei ti crede, o il finge; ei ti da taccia
Di traditor ribelle.

DAVID
Ah! ch'ei pur troppo,
A ricovrar de' suoi nemici in seno
Ei mi sforzava. Ma, se impugnan essi
Contro lui l'armi, ecco per lui le impugno,
Finché sian vinti. Il guiderdon mio prisco
Men renda ei poscia; odio novello, e morte.

GIONATA
Misero padre! ha chi l'inganna. Il vile
Perfid'Abner, gli sta, mentito amico,
Intorno sempre. Il rio demon, che fero
Gl'invasa il cor, brevi di tregua istanti
Lascia a Saulle almen; ma d'Abner l'arte
Nol lascia mai. Solo ei l'udito, ei solo,
L'amato egli è: lusingator maligno,
Ogni virtù che la sua poca eccede,
Ei glie la pinge e mal sicura, e incerta.
Invan tua sposa ed io, col padre....



DAVID
Oh sposa!
Oh dolce nome! ov'è Micol mia fida?
M'ama ella ancor, mal grado il padre crudo?...

GIONATA
Oh! s'ella t'ama?... È in campo anch'essa....

DAVID
Oh cielo!
Vedrolla? oh gioja! Or, come in campo?...

GIONATA
Il padre
Ne avea pietade; al suo dolor lasciarla
Sola ei non volle entro la reggia: e anch'ella
Va pur porgendo a lui qualche sollievo.
Benché ognor mesta. Ah! la magion del pianto
Ella è la nostra, da che tu sei lungi.

DAVID
Oh sposa amata! A me il tuo dolce aspetto
Torrà il pensier d'ogni passata angoscia;
Torrà il pensier d'ogni futuro danno.

GIONATA
Ah, se vista l'avessi!... Ebbeti appena
Ella perduto, ogni ornamento increbbe
Al suo dolor: sul rabbuffato crine
Cenere stassi; e su la smunta guancia

Pianto e pallore; immensa doglia muta,
Nel cor tremante. Il dì, ben mille volte,
Si atterra al padre; e fra i singhiozzi, dice:
«Rendimi David mio; tu già mel desti.»
Quindi i panni si squarcia; e in pianto bagna
La man del padre, che anch'egli ne piange.
E chi non piange? — Abner, sol egli; e impera,
Che tramortita come ell'è si strappi
Dai piè del padre.

DAVID
Oh vista! Oh! che mi narri.

GIONATA
Deh! fosse pur non vero!... Al tuo sparire,
Pace sparì, gloria, e baldanza in armi:
Sepolti sono d'Israello i cori:
Il Filisteo, che già fanciullo apparve
Sotto i vessilli tuoi, fatto è gigante
Agli occhi lor, da che non t'han più duce:
E minacce soffriamo, e insulti, e scherni,
Chiusi nel vallo, immemori di noi.
Qual maraviglia? ad Israello a un tempo
Manca il suo brando, ed il suo senno, David.
Io, che già dietro ai tuoi guerrieri passi
Non senza gloria iva nel campo, or fiacca
Sento al ferir la destra. Or, che in periglio,
A dura vita, e da me lungi io veggo
Te, David mio, sì spesso; or, più non parmi




Quasi pugnar pel mio signor, pel padre,
Per la sposa, pe' figli: a me tu caro,
Più assai che regno, e padre, e sposa, e figli....

DAVID
M'ami, e più che nol merto: ami te Dio
Così....

GIONATA
Dio giusto, e premiator non tardo
Di virtù vera; egli è con te. Tu fosti
Da Samuèl morente in Rama accolto;
Il sacro labro del sovran profeta,
Per cui fu re mio padre, assai gran cose
Colà di te vaticinava: il tuo
Viver m'è sacro, al par che caro. Ah! soli
Per te di corte i rei perigli io temo;
Non quei del campo: ma, dintorno a queste
Regali tende il tradimento alberga
Con morte: e morte, Abner la dà; la invia
Spesso Saulle. Ah! David mio, t'ascondi;
Fintanto almen che di guerriera tromba
Echeggi il monte. Oggi, a battaglia stimo
Venir fia forza.

DAVID
Opra di prode vuolsi,
Quasi insidia, celar? Saùl vedrammi
Pria del nemico. Io, da confonder reco,
Da ravveder qual più indurato petto

Mai fosse, io reco; e affrontar pria vo' l'ira
Del re, poi quella dei nemici brandi. —
Re, che dirai, s'io, qual tuo servo, piego
A te la fronte? io di tua figlia sposo,
Che di non mai commessi falli or chieggo
A te perdono: io difensor tuo prisco,
Ch'or nelle fauci di mortal periglio
Compagno, scudo, vittima, a te m'offro.
Il sacro vecchio moribondo in Rama,
Vero è, mi accolse; e parlommi, qual padre:
E spirò fra mie braccia. Egli già un tempo
Saulle amava, qual suo proprio figlio:
Ma, qual ne avea mercede? — Il veglio sacro,
Morendo, al re fede m'ingiunse e amore,
Non men che cieca obbedienza a Dio.
Suoi detti estremi, entro il mio cor scolpiti
Fino alla tomba in salde note io porto:
«Ahi misero Saùl! se in te non torni,
Sovra il tuo capo altissima ira pende».
Ciò Samuel diceami. — Te salvo
Almen vorrei, Gionata mio, te salvo
Dallo sdegno celeste: e il sarai, spero:
E il sarem tutti; e in un Saùl, che ancora
Può ravvedersi. — Ah! guai, se Iddio dall'etra
Il suo rovente folgore sprigiona!
Spesso, tu il sai, nell'alta ira tremenda
Ravvolto egli ha coll'innocente il reo.
Impetuoso, irresistibil turbo,
Sterpa, trabalza al suol, stritola, annulla

Del par la mala infetta pianta, e i fiori,
Ed i pomi, e le foglie.

GIONATA
— Assai può David
Presso Dio, per Saul. Te ne' miei sogni
Ho visto io spesso, e in tal sublime aspetto,
Ch'io mi ti prostro a' piedi. — Altro non dico;
Né più dei dirmi. Infin ch'io vivo, io giuro
Che a ferir te non scenderà mai brando
Di Saùl, mai. Ma, dalle insidie vili....
Oh ciel!... come poss'io?... Qui, fra le mense,
Fra le delizie, e l'armonia del canto,
Si bee talor nell'oro infido morte.
Deh! chi ten guarda?

DAVID
D'Israele il Dio,
Se scampar deggio; e non intera un'oste.
Se soggiacer. — Ma dimmi: or, pria del padre,
Veder poss'io la sposa? Entrar non debbo
Là, fin che albeggi....

GIONATA
E fra le piume aspetta
Fors'ella il giorno? A pianger di te meco
Viene ella sempre innanzi l'alba; e preghi
Porgiam qui insieme a Dio, per l'egro padre.
Ecco; non lungi un non so che biancheggia:
Forse, ch'ella è: scostati alquanto; e l'odi:




Ma, se altri fosse, non mostrarti, prego.

DAVID
Così farò.
Scena III
MICOL
Notte abborrita, eterna,
Mai non sparisci?... Ma, per me di gioja
Risorge forse apportatore il Sole?
Ahi lassa me! che in tenebre incessanti
Vivo pur sempre! — Oh! fratel mio, più ratto
Di me sorgesti? eppur più travagliato,
Certo, fu il fianco mio, che mai non posa.
Come posar poss'io fra molli coltri,
Mentre il mio ben sovra la ignuda terra,
Fuggitivo, sbandito, infra covili
Di crude fere, insidiato giace?
Ahi d'ogni fera più inumano padre!
Saùl spietato! alla tua figlia togli
Lo sposo, e non la vita? — Odi, fratello;
Qui non rimango io più: se meco vieni,
Bell'opra fai; ma, se non vieni, andronne
A rintracciarlo io sola: io David voglio
Incontrare, o la morte.

GIONATA
Indugia ancora;
E il pianto acqueta: il nostro David forse
In Gelboè verrà....
MICOL
Che parli? in loco,
Dov'è Saul, David venirne?...

GIONATA
In loco
Dov'è Gionata e Micol, tratto a forza
Dal suo ben nato cor fia David sempre.
Nol credi tu, che in lui più assai l'amore
Che il timor possa? E maraviglia avresti,
S'ei qui venirne ardisse?

MICOL
Oh ciel! Per esso
Io tremerei.... Ma pure, il sol vederlo
Fariami....

GIONATA
E s'ei nulla or temesse?... E s'anco
L'ardir suo strano ei di ragion vestisse? —
Men terribil Saùl nell'aspra sorte,
Che nella destra, sbaldanzito or stassi
In diffidenza di sue forze; il sai:
Or, che di David l'invincibil braccio
La via non gli apre infra le ostili squadre,
Saùl diffida; ma, superbo, il tace.
Ciascun di noi nel volto suo ben legge,
Che a lui non siede la vittoria in core.
Forse in punto ei verrebbe ora il tuo sposo.


MICOL
Sì, forse è ver: ma lungi egli è;... deh! dove?...
E in quale stato?... Oimè!...

GIONATA
Più che nol pensi,
Ei ti sta presso.

MICOL
Oh cielo!... a che lusinghi?...
Scena IV
DAVID
Teco è il tuo sposo.

MICOL
Oh voce!... Oh vista! Oh gioja!...
Parlar... non... posso. — Oh maraviglia!... E fia..
Ver, ch'io t'abbraccio?...

DAVID
Oh sposa!... Oh dura assenza!...
Morte, s'io debbo oggi incontrarti, almeno
Qui sto tra' miei. Meglio è morir, che trarre
Selvaggia vita in solitudin, dove
A niun sei caro, e di nessun ti cale.
Brando assetato di Saùl, ti aspetto;
Percuotimi: qui almen dalla pietosa
Moglie fien chiusi gli occhi miei; composte,
Coperte l'ossa; e di lagrime vere
Da lei bagnate.






MICOL
Oh David mio!... Tu capo,
Termine tu d'ogni mia speme; ah! lieto
Il tuo venir mi sia! Dio, che da gravi
Perigli tanti sottraeati, invano
Oggi te qui non riconduce.... Oh quale,
Qual mi dà forza il sol tuo aspetto! Io tanto
Per te lontan tremava; or per te quasi
Non tremo.... Ma, che veggo? in qual selvaggio
Orrido ammanto a me ti mostra avvolto
L'alba nascente? o prode mio; tu ignudo
D'ogni tuo fregio vai? te più non copre
Quella, ch'io già di propria man tessea,
Porpora aurata! In tal squallor, chi mai
Potria del re genero dirti? All'armi
Volgar guerrier sembri, e non altro.

DAVID
In campo
Noi stiamo: imbelle reggia or non è questa:
Qui rozzo sajo, ed affilato brando,
Son la pompa migliore. Oggi, nel sangue
De' Filistei, porpora nuova io voglio
Tinger per me. Tu meco intanto spera
Nel gran Dio d'Israel, che me sottrarre
Può dall'eccidio, s'io morir non merto.

GIONATA
Ecco, aggiorna del tutto: omai qui troppo


Da indugiar più non parmi. Ancor che forse
Opportuno tu giunga, assai pur vuolsi
Ir cautamente. — Ogni mattina al padre
Venirne appunto in quest'ora sogliamo:
Noi spierem, come il governi e prema
Oggi il suo torbo umore: e a poco a poco
Preparando l'andrem, se lieta è l'aura,
Alla tua vista; e in un torrem, che primo
Null'uomo a lui malignamente narri
La tua tornata. Appartati frattanto;
Che alcun potria conoscerti, tradirti;
Ed Abner farti anco svenare. Abbassa
La visiera dell'elmo: infra i sorgenti
Guerrier ti mesci, e inosservato aspetta,
Ch'io per te rieda, o mandi....

MICOL
Infra i guerrieri,
Come si asconde il mio Davìd? qual occhio
Fuor dell'elmo si slancia a par del suo?
Brando, chi 'l porta al suo simil? chi suona
Così nell'armi? Ah! no; meglio ti ascondi,
Dolce mio amor, fin che al tuo fianco io torni.
Misera me! ti trovo appena, e deggio
Lasciarti già? ma per brev'ora; e quindi
No, mai più, mai, non lascerotti. Or pure
Vo' pria vederti in securtà. Deh! mira;
Di questa selva opaca là nel fondo,
A destra, vedi una capace grotta?


Divisa io spesso là dal mondo intero,
Te sospiro, te chiamo, di te penso;
E di lagrime amare i duri sassi
Aspergo: ivi ti cela, infin che il tempo,
Sia di mostrarti.

DAVID
Io compiacer ti voglio
In tutto o sposa. Appien securi andate:
È senno in me; non opro a caso; io v'amo;
A voi mi serbo: e solo in Dio confido.





ATTO V
Scena I
MICOL
Esci, o mio sposo; vieni: è già ben oltre
La notte.... Odi tu, come romoreggia
Il campo? all'alba pugnerassi. — Appresso
Al padiglion del padre tutto tace.
Mira; anco il cielo il tuo fuggir seconda:
La Luna cade, e gli ultimi suoi raggi
Un negro nuvol cela. Andiamo: or niuno
Su noi qui veglia, andiam; per questa china
Scendiamo il monte, e ci accompagni Iddio.




DAVID
Sposa, dell'alma mia parte migliore,
Mentre Israello a battagliar si appresta,
Fia pur ver che a fuggir David si appresta?
Morte, che è in somma? — Io vo' restar: mi uccida
Saùl, se il vuol; purch'io nemici pria
In copia uccida.

MICOL
Ah! tu non sai: già il padre
Incominciò a bagnar nel sangue l'ira.
Achimelèch, qui ritrovato, cadde
Vittima già del furor suo.

DAVID
Che ascolto?
Ne' sacerdoti egli ha rivolto il brando?
Ahi misero Saùl! ei fia....

MICOL
Ben altro
Udrai. Crudel comando ad Abner dava,
Ei stesso, il re; che, se in battaglia mai
Tu ti mostrassi, in te convertan l'armi
I campion nostri.

DAVID
E Gionata mio fido
Il soffre?

MICOL
Oh ciel! che puote? Anch'ei lo sdegno
Provò del padre; e disperato corre
Infra l'armi a morire. Omai, ben vedi,
Qui star non puoi: cedere è forza; andarne
Lungi; e aspettare, o che si cangi il padre,
O che all'età soggiaccia.... Ahi padre crudo!
Tu stesso, tu, la misera tua figlia
Sforzi a bramare il fatal dì.... Ma pure
Io no, non bramo il morir tuo: felice
Vivi; vivi, se il puoi; bastami solo
Di rimaner per sempre col mio sposo....
Deh! vieni or dunque; andiamo....

DAVID
Oh quanto duolmi
Lasciar la pugna! Ignota voce io sento
Gridarmi in cor: "Giunto è il terribil giorno
Ad Israèle, ed al suo re."... Potessi!...
Ma no: qui sparso di sacri ministri
Fu l'innocente sangue: impuro è il campo,
Contaminato è il suolo; orror ne sente
Iddio: pugnar non può qui omai più David. —
Ceder dunque per ora al timor tuo
Emmi mestiero, ed all'amor tuo scaltro. —
Ma tu, pur cedi al mio.... Deh! sol mi lascia....

MICOL
Ch'io ti lasci? Pel lembo, ecco ti afferro;
Da te mai più, no, non mi stacco....

DAVID
Ah! m'odi.
Male agguagliar tuoi tardi passi a' miei
Potresti: aspri sentier di sterpi e sassi
Convien ch'io calchi con veloci piante,
A pormi in salvo, poiché il vuoi. Deh! come
I piè tuoi molli a strazio inusitato
Regger potranno? Infra deserti sola
Ch'io ti abbandoni mai? Ben vedi; tosto,
Per tua cagion, scoperto io fora: entrambi
Alla temuta ira del re davanti
Tosto or saremmo ricondotti.... Oh cielo!
Solo in pensarvi, io fremo.... E poniam anco,
Che si fuggisse; al padre egro dolente
Tor ti poss'io? Di guerra infra le angosce,
Fuor di sua reggia ei sta: dolcezza alcuna
Pur gli fa d'uopo al mesto antico. Ah! resta
Al suo pianto, al dolore, al furor suo.
Tu sola il plachi; e tu lo servi, e il tieni
Tu sola in vita. Ei mi vuol spento; io 'l voglio
Salvo, felice, e vincitor:... ma, tremo
Oggi per lui. — Tu, pria che sposa, figlia
Eri, né amarmi, oltre il dover ti lice.
Pur ch'io scampi; che brami altro per ora?
Non t'involare al già abbastanza afflitto
Misero padre. Appena giunto in salvo,
Io ten faro volar l'avviso; in breve
Riuniremci, spero. Or, se mi dolga
Di abbandonarti, il pensa.... Eppure,..ahi lasso!..
Come?...




MICOL
Ahi me lassa!... e ch'io ti perda ancora?...
Ai passati travagli, alla vagante
Vita, ai perigli, alle solinghe grotte,
Lasciarti or solo ritornare?... Ah! s'io
Teco almen fossi!... i mali tuoi più lievi
Pur farei,... dividendoli....

DAVID
Ten prego,
Pel nostro amor; s'è d'uopo, anco il comando,
Per quanto amante il possa; or non mi dei,
Né puoi seguir, senza mio danno espresso.-
Ma, se Dio mi vuol salvo, omai non debbo
Indugiar più: l'ora si avanza: alcuno
Potria da questo padiglion spïarne,
E maligno svelarci. A palmo a palmo
Questi monti conosco; a ogni uom sottrarmi
Son certo. — Or, deh! l'ultimo amplesso or dammi.
Dio teco resti; e tu, rimani al padre,
Fin che al tuo sposo ti raggiunga il cielo....

MICOL
L'ultimo amplesso?... E ch'io non muoja?... il core
Strappar mi sento....

DAVID
... Ed io?... Ma,... frena... il pianto. -


Or, l'ali al piè, possente Iddio, m'impenna.

Scena II

MICOL
... Ei fugge?... oh cielo!... Il seguirò.... Ma, quali
Ferree catene pajon rattenermi?...
Seguir nol posso. — Ei mi s'invola!... Appena
Mi reggo,... non ch'io 'l segua.... Un'altra volta
Perduto io l'ho!... Chi sa, quando il vedrai?...
Misera donna! e sposa sei?... fur nozze
Le tue?... — No, no; del crudo padre al fianco
Più non rimango. Io vo' seguirti, o sposo.... -
Pur, se il seguo, lo uccido; è ver, pur troppo!
Come nasconder la mia lenta traccia,
Su l'orme sue veloci?... — Ma, dal campo
Qual odo io suon, che d'armi par?... Ben odo....
Ei cresce; e sordamente anco di trombe
È misto.... E un correr di destrieri.... Oh cielo!
Che fia? La pugna anzi al tornar del giorno,
Non l'intimò Saùl. Chi sa?... I fratelli....
Il mio Gionata.... Oimè!... forse in periglio.... -
Ma, pianto, ed urli, e gemiti profondi
Dal padiglion del padre odo inalzarsi?...
Misero padre!... a lui si corra.... Oh vista!
Ei viene; ei stesso; e in quale aspetto!... Ah! padre...

Scena III
SAUL
Ombra adirata, e tremenda, deh! cessa:
lasciami, deh!... Vedi: a' tuoi piè mi prostro....
Ahi! dove fuggo?... — ove mi ascondo? O fera
Ombra terribil, placati.... Ma è sorda
Ai miei preghi; e m'incalza?... Apriti, o terra,
Vivo m'inghiotti.... Ah! pur che il truce sguardo
Non mi saetti della orribil ombra....

MICOL
Da chi fuggir? niun ti persegue. O padre,
Me tu non vedi? me più non conosci?

SAUL
O sommo, o santo sacerdote, or vuoi
Ch'io qui mi arresti? o Samuèl, già vero
Padre mio, tu l'imponi? ecco, mi atterro
Al tuo sovran comando. A questo capo
Già di tua man tu la corona hai cinta;
Tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia;
Calcalo or tu. Ma,... la infuocata spada
D'Iddio tremenda, che già già mi veggo
Pender sul ciglio,... o tu che il puoi, la svolgi
Non da me, no, ma da' miei figli. I figli,
Del mio fallir sono innocenti....

MICOL
Oh stato,
Cui non fu il pari mai! — Dal ver disgiunto,





Padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi....

SAUL
Oh gioja!...
Pace hai sul volto? Oh fero veglio, alquanto
Miei preghi accetti? Io da' tuoi piè non sorgo,
Se tu i miei figli alla crudel vendetta
Pria non togli. — Che parli?... Oh voce! "T'era
David pur figlio; e il perseguisti, e morto
Pur lo volevi." Oh! che mi apponi?... Arresta....
Sospendi or, deh!... Davidde ov'è? si cerchi:
Ei rieda; a posta sua mi uccida, ei regni:
Sol che a' miei figli usi pietade, e regni.... -
Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l'occhio;
Foco il brando e la man; dalle ampie nari
Torbida fiamma spiri, e in me l'avventi....
Già tocco m'ha; già m'arde: ahi! dove fuggo?...
Per questa parte io scamperò.

MICOL
Né fia,
Ch'io rattener ti possa, né ritrarti
Al vero? Ah! m'odi: or sei....

SAUL
Ma no; che il passo
Di là mi serra un gran fiume di sangue.
Oh vista atroce! sovra ambe le rive,
Di recenti cadaveri gran fasci
Ammonticati stanno: ah! tutto è morte

Colà: qui dunque io fuggirò.... Che veggo?
Chi sete or voi? — "D'Achimelèch siam figli.
Achimelèch son io. Muori, Saulle,
Muori." — Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda
Di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve.
Ma chi da tergo, oh! chi pel crin mi afferra?
Tu, Samuèl? — Che disse? che in brev'ora
Seco tutti saremo? Io solo, io solo
Teco sarò; ma i figli.... — Ove son io? —
Tutte spariro ad un istante l'ombre.
Che dissi? Ove son io? Che fo? Chi sei?
Qual fragor odo? Ah! di battaglia parmi:
Pur non aggiorna ancor: sì, di battaglia
Fragore egli è. L'elmo, lo scudo, l'asta,
Tosto or via, mi si rechi: or tosto l'arme,
L'arme del re. Morir vogl'io, ma in campo.

MICOL
Padre, che fai? Ti acqueta.... Alla tua figlia....

SAUL
L'armi vogl'io; che figlia? Or, mi obbedisci.
L'asta, l'elmo, lo scudo; ecco i miei figli.

MICOL
Io non ti lascio, ah! no....

SAUL
Squillan più forte
Le trombe? Ivi si vada: a me il mio brando


Basta solo. — Tu, scostati, mi lascia;
Obbedisci. Là corro: ivi si alberga
Morte, ch'io cerco.
Scena IV
ABNER
Oh re infelice!... Or dove,
Deh! dove corri? Orribil notte è questa.

SAUL
Ma, perché la battaglia?...

ABNER
Di repente,
Il nemico ci assale: appien sconfitti
Siam noi....

SAUL
Sconfitti? E tu fellon, tu vivi?

ABNER
Io? per salvarti vivo. Or or qui forse
Filiste inonda: il fero impeto primo
Forza è schivare: aggiornerà frattanto,
Te più all'erta quassù, fra i pochi miei,
Trarrò....

SAUL
Ch'io viva, ove il mio popol cade?

MICOL
Deh! vieni.... Oimè! cresce il fragor: s'inoltra....




SAUL
Gionata,... e i figli miei,... fuggono anch'essi?
Mi abbandonano?...

ABNER
Oh cielo!... I figli tuoi,...
No, non fuggìro.... Ahi miseri!...

SAUL
T'intendo:
Morti or cadono tutti....

MICOL
Oimè!... I fratelli?...

ABNER
Ah! più figli non hai.

SAUL
— Ch'altro mi avanza?...
Tu sola omai, ma non a me, rimani. -
Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo:
E giunta è l'ora. — Abner, l'estremo è questo
De' miei comandi. Or la mia figlia scorgi
In securtà.

MICOL
No, padre; a te dintorno
Mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
Non vibrerà il nemico.


SAUL
Oh figlia!... Or, taci:
Non far, ch'io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va: ma, se pur mai
Ella cadesse infra nemiche mani,
Deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
Tosto di' lor, ch'ella è di David sposa;
Rispetteranla. Va; vola....

ABNER
S'io nulla
Valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
Te pur....

MICOL
Deh!... padre... io non ti vo', non voglio
Lasciarti....

SAUL
Io voglio: e ancora il re son io.
Ma già si appressan l'armi: Abner, deh! vola:
Teco, anco a forza, s'è mestier, la traggi.

MICOL
Padre!... e per sempre?...

Scena V
SAUL
Oh figli miei!... - Fui padre. -
Eccoti solo, o re; non un ti resta
Dei tanti amici, o servi tuoi. - Sei paga,


D'inesorabil Dio terribil ira? -
Ma, tu mi resti, o brando: all'ultim'uopo,
Fido ministro, or vieni. - Ecco già gli urli
Dell'insolente vincitor: sul ciglio
Già lor fiaccole ardenti balenarmi
Veggo, e le spade a mille.... - Empia Filiste,
Me troverai, ma almen da re, qui... morto. -



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Trama della TRAGEDIA "SAUL"

Saul, un coraggioso guerriero, fu incoronato re di Israele su richiesta del popolo e consacrato dal sacerdote Samuele, che lo unse in nome di Dio. Col tempo, però,
Saul si allontanò da Dio finendo per compiere diversi atti di empietà. Allora Samuele, su ordine del Signore, consacrò re, un umile pastore: David. Questi fu chiamato alla corte di Saul per placare con il suo canto l’animo del re, e lì riuscì ad ottenere l’amicizia di Gionata, figlio del re, e la mano della giovane figlia di Saul, Micol.
David generò però una forte invidia nel re, che vide in lui un usurpatore e al tempo stesso vi vide la propria passata giovinezza. David venne perseguitato da Saul e costretto a rifugiarsi in terre dei filistei (e per questo accusato di tradimento).
La vicenda del Saul narra le ultime ore di vita del re e vede il ritorno di David, che da prode guerriero è accorso in aiuto del suo popolo, pur sapendo bene il rischio che ciò poteva comportare per la sua vita. David è pronto a farsi uccidere dal re, ma prima vuole potere combattere con il suo popolo.
Saul vedendolo lo vuole uccidere, ma dopo averlo ascoltato si convince a dargli il comando dell’esercito. David ad un certo punto commette però un errore, parlando di “due spade” in Israele, e ciò genera il delirio e scatto omicida di Saul verso il giovane. Saul poi spiega a Gionata la dura legge del trono, per la quale “il fratello uccide il fratello”, mettendolo in guardia da David. Davanti al re arriva il sacerdote Achimelech, che porta a Saul la condanna divina e lo mette al corrente dell’avvenuta incoronazione di David. Il re lo fa uccidere, e da lì egli andrà sempre più verso il delirio.
Nell’ultimo atto, Saul prevede in un incubo la morte sua e dei suoi figli e con una visione piena di sangue si ridesta, e coglie la realtà dei fatti: i Filistei li stanno attaccando, e l’esercito israeliano non riesce a difendersi. A questo punto Saul ritrova sé stesso, e con la morte riconquista la sua integrità d’uomo e di re.

Saul di Vittorio Alfieri
Regia di Franco Enriquez
Asti Teatro Alfieri (1954)
Pagina a cura di Nino Fiorillo == e-mail:dlfmessina@dlf.it == Associazione DLF - Messina